The Getaway: recensione del film

zufy9ldb818mbpvq9qyh8f77wmyThe Getaway (l’inspiegabile titolo “italiano” è Getaway!) è un film del 1972 diretto da Sam Peckinpah con protagonisti Steve McQueen e Ali MacGraw (che durante il rodaggio cominciarono pure una relazione che alla fine durò cinque anni). McQueen interpreta Doc McCoy, un rapinatore sposato con Carol (Ali MacGraw) che sta scontando una pena di dieci anni di carcere. Lei riesce a farlo uscire facendo un patto con un criminale di nome Benyon (Ben Johnson): Doc dovrà commettere una rapina per lui, una rapina per cui gli vengono affibbiati Rudy (Al Lettieri) e Frank (Bo Hopkins). Le cose non andranno benissimo e Doc sarà costretto ad una rocambolesca fuga (getaway, appunto) verso il Messico insieme a Carol.

Il film è diretto da Peckinpah ma apparentemente McQueen ha avuto molto più potere decisionale del regista: rimpiazzò lo sceneggiatore perché non contento del finale della storia, cambió il compositore della colonna sonora, ed ebbe pure il diritto al final cut!

In ogni caso, anche se il film a tratti dimostra i suoi quasi cinquant’anni d’età, per la maggior parte funziona ancora oggi. Peckinpah sa girare l’azione come pochi, il montaggio è serratissimo, le scene al rallentatore degli spari e delle esplosioni si sprecano e Steve McQueen porta avanti praticamente da solo l’intero film. Quest’ultima cosa è sia una benedizione che una maledizione, credo: avere un attore così carismatico a fare da protagonista aiuta, certo, ma allo stesso tempo mi sembra che sia stata un po’ una scusa per scordarsi dell’approfondimento dei personaggi. Come a dire: Doc lo interpreta McQueen, quindi il pubblico istantaneamente lo riconoscerà come antieroe duro che non si ferma davanti a niente, non c’è bisogno di approfondirne il carattere o appesantire il copione con dialoghi inutili. Beh, dico io, forse qualche dialogo avrebbe fatto comodo, visto che il rapporto tra Doc e Carol rimane avvolto nell’incertezza per la maggior parte del film e le scene in cui i due si guardano in silenzio in macchina non aiutano a chiarire le cose!

E cosa è invecchiato male del film, vi state chiedendo? Steve MQueen che minaccia di rompere un braccio ad un bambino o che prende a schiaffi Ali MacGraw non sono scene che funzionino benissimo nel 2020, anche se non ci dobbiamo dimenticare che il personaggio interpretato da McQueen è un rapinatore, non certo un poeta! Certe cose invece sorprendono per come non sia cambiato niente in 50 anni, come per esempio la facilità con cui si può comprare un fucile negli Stati Uniti semplicemente firmando un documento!

Mi ha sorpreso quanto il film fosse esplicito per quanto permesso dai canoni dell’epoca: si capisce subito come Carol faccia sesso con Benyon per far uscire Doc dal carcere, così come si capisce che Rudy costringe al sesso orale l’assistente del veterinario (Sally Struthers), anche se poco o nulla viene mostrato (e poi lei sembra essere ben felice di fare favori sessuali al suo sequestratore: personaggio abbastanza incomprensibile, il suo).

Il film è serio e ha un tono tendente verso il depressivo, con tanti omicidi e una sensazione di negatività che pervade tutto sin dall’inizio (specialmente fino a quando Doc e Carol non si riconciliano nella discarica), ma c’è spazio per un po’ di ironia in alcune scene, come quella dell’ubriaco che chiede se deve andare anche lui sul camion del suo amico baffuto o la vecchietta che non riesce ad alzare la valigia nel treno.

Ma, e forse è più importante del film in sé, mi sembra giusto parlare dell’influenza che The Getaway ha avuto sul cinema d’azione successivo. Se esistono film come Heat (Heat – La sfida, 1995), Natural Born Killers (1994) e Baby Driver (Baby Driver – Il genio della fuga, 2017) lo dobbiamo anche a questo film di Sam Peckinpah (sceneggiato da Walter Hill che non a caso ha un cameo nel film di Edgar Wright). È qui che infatti troviamo situazioni che vengono riprese in tutti quei film: il gruppo di rapinatori che non si conoscono tra loro e non si fidano l’uno dell’altro messi insieme dal mandante, quello che non regge la tensione e uccide una guardia senza motivo, la coppia in fuga da tutto e da tutti, compresi addirittura loro stessi…

Insomma, questo è un film epocale da non perdere (non ho visto il remake del 1994 con Alec Baldwin e Kim Basinger ma a occhio meglio starne alla larga, visto che fu diretto da tale Roger Donaldson il cui curriculum non promette niente di buono). Ha dei difetti, è (inevitabilmente) figlio del suo tempo, ed è un tempo già abbastanza lontano, ma rimane un caposaldo del cinema d’azione che bisogna conoscere per capire meglio la genesi di altri ottimi film di cui magari si parla di più ma che devono molto a Steve McQueen e alla sua fuga verso il Messico. Ciao!


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13 risposte a "The Getaway: recensione del film"

    1. È ganzo, e poi è quell’action che non fanno più ormai: ora i film d’azione sono pieni di cose inverosimili. Questo invece è nitty gritty, terra terra, i fucili fanno quelllo che fanno i fucili veri, le macchine non volano… insomma, secondo me molto meritevole!

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